TUTTE LE DOMENICHE
TRATTO DALLA CONFERENZA DEL FESTIVAL BOLOGNA BENESSERE DEL 2012.
L’ANTICA ARTE DI GUARIRE CON LE MANI- REIKI
“Poni la tua mano sul dolore, e dì che il dolore se ne vada”,
Questa frase è stata ritrovata su un antico trattato di medicina faraonica, dell’antico Egitto, risalente ai tempi di Aménofi I.
In questo Trattato, chiamato il papiro Ebers, è disegnata la figura di una Dea stellare con il simbolo del pianeta Sirio sul capo, in atto di ricevere Energia dal Sole che entra nella sua bocca. La Dea, la trasmette, attraverso le mani a un serpente, simbolo dei poteri terrestri che prendono così vita, il serpente è anche il simbolo di quella che in sanscrito è chiamata kundalini (colei che è arrotolata) da tantissimi secoli conosciuta e venerata in quasi tutte le culture e tradizioni poiché contiene il segreto dell’esperienza spirituale diretta. Questa energia detta anche prana, la forza vitale, in giapponese è chiamata ki, in cinese chi, le scritture cristiane la chiamano spirito santo.
E’ shakti, l’energia suprema che i saggi indiani venerano come Madre dell’Universo.
E’ il potere del Sé, il potere della Conoscenza. Grazie al suo manifestarsi si sono distinti nel mondo, grandi mistici, saggi e uomini di genio, in ogni epoca.
Kundalini esiste in ogni essere umano, un antico testo Cristiano la descrive così: “In ogni essere umano dimora un potere infinito, la radice dell’universo. Questo potere infinito ha due aspetti, uno manifesto, l’altro potenziale, ed esiste in forma latente in ognuno”. (Elaine Pagels, The Gnostic Gospels)
E’ localizzata nel chakra della radice, nell’osso sacro per intenderci, in sanscrito si chiama muladhara, mula=radice, adhara = sostegno. Quando si risveglia, inizia il suo cammino, attraversando tutti i chakra, per raggiungere lo sahasrara, il chakra situato sulla sommità del capo, la porta che ci collega al mondo spirituale.
Chakra in sanscrito significa ruota, poiché è a forma ad imbuto. I chakra, che si trovano lungo l’asse della colonna vertebrale, sono i centri della forza vitale, ricevono, convogliano e trasmettono energia e rappresentano l'elemento di connessione tra corpo e mente, tra mondo delle percezioni interiori e realtà esterna. Ognuno ha una sua funzione ben precisa.
Il primo chakra, situato all’altezza del coccige, è associato alla quantità di energia fisica e quindi alla volontà di vivere nella realtà fisica, regola la realizzazione sul piano materiale. Rappresenta il nostro legame con la Terra. E’ legato alla sopravvivenza, alla nostra stabilità, al benessere e alla sicurezza in senso fisico e materiale, ai bisogni primari (cibo, casa, lavoro). Quando è bloccato, la persona è come se vivesse sospesa da terra, senza radici e quindi non esercita nessuna influenza sul mondo materiale.
Il secondo, situato tra il pube e l’ombelico è il centro della sessualità e della procreazione e fonte di energia creativa. E’ legato all’elemento Acqua, allo scorrimento e alla manifestazione di emozioni e sentimenti, al dare e ricevere giocoso, alla condivisione: alla capacità di manifestare se stessi e la propria originalità, capacità che dipendono dalla fiducia in se stessi e dal livello di autostima. Questo chakra, è collegato con l’energia sessuale e quindi anche con la capacità di provare piacere fisico.
Il terzo, situato nel plesso solare, tra l’ombelico e il diaframma, alla base dello sterno, è legato all’elemento Fuoco. È il centro del nostro potere personale e della nostra volontà, determina la nostra capacità di agire, di autoaffermarci nel mondo e di espandere il nostro territorio e i nostri confini, rappresenta ciò che sappiamo, ciò che facciamo, ciò che siamo. E’ collegato alla capacità di socializzare, all’espressione di sé, alla sfera emotiva, e quindi al piacere che deriva dalla consapevolezza di occupare il proprio posto nell’universo. Qui sentiamo i nostri sentimenti verso la società, e la nostra connessione con essa.
Il quarto, situato al centro del petto, legato all’elemento Aria, regola la capacità di ricevere e dare amore. E’ il centro dell’Amore incondizionato che non chiede e non giudica, rivolto a ogni manifestazione della vita. L’amore per noi stessi ci porta equilibrio e armonia che si espandono oltre a noi stessi. L’eccesso di una qualità o un sentimento positivo diventa difetto, questo vale per tutte le funzioni dei chakra, così a livello del chakra del cuore, un affetto eccessivo diventa ansia.
Il quinto, situato nella gola è collegato alla creatività e alla capacità di esprimerla concretamente, alla capacità di soddisfare i propri bisogni, alla disponibilità a ricevere. E’ il centro della comunicazione e dell’autoespressione sia attraverso la parola che in forma artistica. E’ legato allo studio e alla professione. E’ caratterizzato dall’elemento Etere-Spirito.
Il sesto o terzo occhio, regola la facoltà dell’intuizione profonda fino alla preveggenza e alla medianità. E’ il centro mentale connesso con la nostra capacità di vedere nel senso più ampio del termine, al di là delle apparenze, consente di capire in profondità le persone, i loro veri sentimenti oltre gli atteggiamenti, le reazioni e oltre le maschere della personalità. È il centro delle idee e delle intuizioni. Il suo elemento è la Luce.
Il settimo, situato sulla sommità del capo, rivela la connessione della persona con la propria spiritualità. E’ il centro del “Divino”, legato alla Conoscenza, al Sapere Universale, alla Consapevolezza. Quando siamo connessi al mondo divino attraverso questo portale, ci sentiamo beati, appagati, siamo intuitivi e creativi, ispirati e fiduciosi, felici di quel che siamo, non ci sentiamo più soli ma uniti a tutto e tutti.
Chi conosce questi centri energetici sa bene che certi traumi, sofferenze ed emozioni come paure, rabbia, influiscono sul loro funzionamento e se qualcosa non interviene a ristabilirne il corretto e naturale funzionamento, il disagio può, nel tempo, trasformarsi progressivamente in una somatizzazione, per poi poter diventare una malattia.
Sempre nel papiro di Ebers sono descritti questi centri e corpi sottili e la necessità di armonizzarli in modo da restituire al paziente piena salute e vigore.
In generale i reperti egizi sono pieni d’immagini che mostrano l’uso sacro delle mani. Faraoni, sacerdoti, guaritori e saggi, che in alcuni casi erano la medesima persona, tendevano i palmi delle mani verso lo spazio per captare il fluido di vita che chiamavano “SA”, e lo ridistribuivano, appoggiandole sul malato. A qualcuno, addirittura, sarà capitato di vedere immagini di Faraoni o delle loro Regine consorti, seduti sui troni con i volti estatici e sorridenti mentre tendono i palmi delle mani verso il popolo.
E’ quello che succede quando s’impara a canalizzare questa energia. Il donatore prova un benessere profondo, serenità e pace, non solo per gli effetti di questa corrente che entra nel suo corpo ma anche per i sentimenti di compassione e amore che derivano dall’azione del “donare” all’altro.
Cosi il guaritore dell’Antico Egitto trasmetteva la luce ricevuta dall'universo, dopo aver chiesto di poter curare la persona, come una radio che riceve i dati e li trasmette.
Il Vangelo di Matteo riferisce la stessa tecnica usata da Cristo.
L’antico Egitto aveva conoscenze in ogni campo altamente evolute che ancora oggi restano un mistero. Antichi testi greci e le leggende dei Fenici parlano di una divinità egiziana Taut o Thoth, Ermete Trismegisto (il tre volte supremo) come l’ inventore dell’alfabeto o dell’arte della scrittura. Colui, che prima del Diluvio Universale, inscrisse su certe stele o tavolette, i principi di tutta l’antica conoscenza in geroglifici o caratteri sacri che furono poi ritrovati nelle camere interne dei templi egizi.
Sembra che quando giunse in Egitto, Thoth, indicato nei testi piu’ avanti come Ermes, fu profondamente colpito dall’assenza di cultura e di leggi fra quegli abitanti cosicché cominciò ad insegnare loro la religione, la scienza, l’arte e la musica, insieme ai suoi compagni. Forse erano missionari e coloni di Atlantide?
Thoth poteva quindi essere il primo sacerdote Atlantico a portare le influenze civilizzatrici dell’antico paese nelle nuove terre. Prima della dipartita dalla terra per il ritorno alle stelle, Ermes lascio’ le tavolette di smeraldo in eredità al genere umano. Thoth è definito come il maestro di saggezza e l’istruttore del genere umano.
A lui è attribuita la frase: “Come in alto cosi’ in basso”, il sacerdote, nonchè guaritore dell’antico Egitto, apprendeva che ogni problema umano, aveva una corrispondenza nel mondo divino, dato che un identico evento si era verificato sulla scala cosmica prima che si manifestasse sulla terra. Per questo le conoscenze sugli dèi, sulla teologia, sulla mitologia e sulla creazione di questo e altri mondi, erano ritenute essenziali.
Poiché gli egizi non vedevano opposizione tra medicina e magia, la pratica era affidata a una speciale sezione della casta sacerdotale di Saggi chiamati Maghi, erano chiamati così anche dai Greci.
Platone, col termine saggezza intendeva l’adorazione della divinità mentre Apuleio sosteneva che il termine Mago, in lingua persiana, indicava il sacerdote. India, Persia, Caldea ed Egitto furono le culle dell’antica magia.
La pratica terapeutica era vista come un’arte e una scienza e lo scopo della vita dei Maghi erano le funzioni religiose, la guarigione dei malati e la conservazione della Sapienza Segreta. Questi saggi erano essi stessi dei Principi o circondavano i Principi come consiglieri.
Senso di giustizia, onestà e abnegazione erano le grandi qualità richieste a ognuno di loro, quanti non osservavano l’una o l’altra virtù, andavano incontro alla punizione crudele.
Tutte le forme di malattia erano viste come uno squilibrio fra il paziente e il cosmo e quindi trattate ad altri livelli oltre che quello fisico. I sacerdoti- guaritori imparavano a curare la causa piuttosto che l’effetto, in base a un atteggiamento perfettamente condivisibile con le più recenti posizioni olistiche.
Anche presso i Greci, il Centauro Cheiron (Chirone), detto il saggio, era guaritore, sacerdote, educatore. In greco: “Cheir” significa mano.
Chirone è la Mano, il Magister, perché, chi è capace di disciplinare le proprie energie, è maestro di sé stesso.
La mano è per eccellenza l’organo della guarigione, sia per le sue virtù magnetiche, sia per il suo ruolo nella chirurgia (letteralmente azione della mano).
La chiropratica che risale a circa 3000 anni prima di Cristo, era esercitata dai Cinesi, dagli Egiziani e dagli Indiani.
La mano è lo strumento dell’azione sul piano sensibile, e sul piano soprasensibile, è l’organo di trasmissione di certi fluidi. Darsi la mano segna l’accordo e la simpatia. Certi gesti delle mani trasmettono benedizioni rituali, danno poteri sacerdotali e trasmutano gli elementi durante le cerimonie sacre, inoltre è un gesto istintivo appoggiare la mano su una parte dolente.
Nello yoga, gesti simbolici e magici, chiamati mudra, sono compiuti con le dita e le mani. Tutto il cielo è nella mano, il più meraviglioso degli strumenti dell’essere umano; ogni punto della mano è una zona riflessa che corrisponde a una parte del corpo e del cervello e le nostre mani, sono quindi, uno specchio del corpo e dello spirito. Secondo i Veda, antichissimi testi sacri indiani, chi sa usare questo potere può preservare la salute del suo corpo e la pace del suo spirito.
Inoltre la mano capta tutte le energie cosmiche attraverso le dita e il palmo: ogni sua parte è collegata a un pianeta, e l’insieme è molto di più della semplice somma delle sue parti. Non stupisce, dunque, che sia lo strumento prediletto dei medici. Nella medicina ayurvedica, letteralmente: Ayu = vita e Veda = scienza, il medico fa la sua diagnosi avvalendosi esclusivamente delle dita per auscultare il polso del paziente. La mano capta e ritrasmette, percepisce e sente; il tatto è il senso primordiale perché permette giustamente il con-tatto, dunque il legame anche fra il malato e il guaritore.
Oggi l’imposizione delle mani comincia a ritrovare il suo posto come completamento al trattamento medico.
La chiropratica (letteralmente “la pratica della mano„ da “cheir” e “praxis/praktiko”„ che vuole dire “fare”), una tecnica di medicina naturale basata principalmente sul massaggio riguardante le vertebre, muscoli e articolazioni.
Anche il Reiki trova le sue origini nelle antiche conoscenze riguardanti il potere di guarire, tramite l’imposizione delle mani, l’uso di simboli e il profondo contatto col Divino.
Dall'unione del "REI" l'energia universale e il "KI" l'energia individuale nasce il reiki, una tecnica che ci permette di ritornare canali coscienti di quell'energia che permea tutto il creato.
Tramite la semplice imposizione delle mani, il canale reiki, riceve e dona questa particolare energia in grado di armonizzare il corpo e la mente attivando quei naturali processi di guarigione fisici, mentali ed emotivi indispensabili al nostro benessere.
Definito quindi un'arte di guarigione naturale, reiki invita a una nuova presa di coscienza che passa attraverso “il sentire” più che il capire e dove la fiducia o il dubbio cede presto il passo all'esperienza.
Gli effetti del Reiki sono percepibili anche alle persone che decidono di sottoporsi al trattamento con scetticismo.
Reiki è una disciplina spirituale che consiste sostanzialmente in una serie di attivazioni energetiche che hanno lo scopo di facilitare e aumentare progressivamente e gradualmente il passaggio di energia vitale attraverso il nostro sistema psico-fisico.
Reiki non ha scopi ideologici o politici, non si pone in contrasto con alcun tipo di confessione religiosa, né pretende di sostituirsi alla medicina occidentale o alla terapia medico-sanitaria.
Il suo intento è di aiutare a mantenere il corpo in salute e a condurre una vita serena.
Il termine "Guarigione", va inteso nel senso filosofico del termine e nella sua stessa accezione originale, uno stato di autorealizzazione dell’individuo che trova la sua dimensione spirituale e riesce a dare un senso di maggior completezza alla sua esistenza, integrandosi nella società umana e condividendo con essa la sua vita.
Con questo preciso significato fu concepita dallo stesso fondatore del Reiki, il monaco giapponese, Mikao Usui.
Mikao Usui sembra, riscoprì questa Conoscenza che era rimasta custodita gelosamente nelle mani di pochi iniziati e la rese disponibile a tutta l’umanità ai giorni nostri. Questo avviene non solo per il Reiki, ma per molte altre antiche forme di Conoscenza.
A mio parere, al giorno d’oggi ci sono tante e validissime discipline che conducono a un costante progresso di benessere psico-fisico e a evolversi spiritualmente.
Ognuno deve scegliere quella che si adatta di piu’ al suo stile di vita.
Il reiki è adatto a chi è pigro, perché per attivare la connessione con l’energia bastano pochi secondi.
Lo si puo’ praticare in qualsiasi luogo e momento della giornata. Non richiede alcun studio o cultura particolare, la Conoscenza arriva direttamente praticandolo.
E’ una potente meditazione e al tempo stesso porta benessere fisico, attenua i dolori al punto che ne viene consigliato l’apprendimento a chi opera nell’ambito medico come infermieri, medici e fisioterapisti.
Nel 1994 la Unite State National Institute of Health ha finanziato uno studio sulle ustioni, che ha evidenziato come il "Therapeutic Touch" sia efficace:
- nella diminuzione dell'ansia
- nella diminuzione della percezione del dolore
- nel facilitare i naturali processi di guarigione dell'organismo.
Negli USA e in Canada, da molti anni, i corsi di Reiki vengono inseriti dalle associazioni professionali tra quelli che danno diritto all'acquisizione di "crediti formativi". Le professioni mediche e paramediche sottopongono il personale ad uno stress superiore rispetto a molte altre professioni.
Il Reiki ha un'efficacia comprovata nella prevenzione e cura del "burnout" (stress professionale), aiuta a riprendersi dalla fatica fisica, dallo stress per i cambiamenti di orario dovuto ai turni, migliora la qualità del sonno e più in generale rinforza il sistema immunitario della persona, diminuendo le probabilità di assenze per malattia.
In Italia il Reiki viene effettuato ai pazienti secondo tariffario del Servizio Sanitario Nazionale al Centro Medicina Psicosomatica dell'Ospedale San Carlo Borromeo di Milano.
All'Ospedale Versilia dell'Azienda Sanitaria della Regione Toscana ed al Policlinico di Roma.
Il CESPI di Torino, ente di formazione per gli infermieri, dall'autunno del 2002 include corsi di Reiki nel suo programma.
Vi è da segnalare inoltre la significativa esperienza del C.O.E.S. (Centro Oncologico Ematologico Subalpino) dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista di Torino, Ospedale Molinette.
E’segnalato l'uso di Reiki in numerosi altri centri, come il California Pacific Medical Center (CA), il Portsmouth Regional Hospital (NY), il Marin General Hospital a nord di S. Francisco (CA) e molti altri. In questi centri, statunitensi e del Canada, Reiki è utilizzato per lo più dal personale infermieristico e dai fisioterapisti e rientra nel curriculum formativo di queste figure professionali.